Italiani in California: un viaggio oltre le frontiere della cucina italo-americana

Sono sempre più numerosi gli appassionati californiani che apprezzano la cucina italiana nella forma più autentica, cogliendone le diverse sfaccettature regionali, locali e contaminate.
Anche in California, lo Stato felice della costa ovest americana, l’amore e il fascino per l’Italia si sono diffusi negli anni a macchia d’olio. «La cucina italiana è amatissima, gli americani bramano il ristorante italiano e spesso, non contenti di aver trascorso lunghe vacanze nel Belpaese, tornano a casa desiderosi dell’accoglienza e del calore delle nostre tavole» racconta Mattia Agazzi, executive chef di Gucci Osteria a Los Angeles. «La nostra filosofia predilige ingredienti locali, favorendo un adattamento e un’evoluzione costanti della proposta gastronomica. Lavoriamo con l’eccellenza delle produzioni californiane, adattandoci al territorio – più che alla clientela – senza snaturare il format».

A differenza di città come Boston, New York, Washington, dove sono ancora molti i professionisti italiani che piegano le proprie ricette al palato spesso dolciastro e salsoso degli americani, gli abitanti di Los Angeles pretendono qualità, autenticità e prodotti certificati. Le derive italo-americane o americano-italiane ci sono (e ci saranno!) sempre, ma oggi sono volute e studiate. «La prima differenza tra Costa est e Costa ovest è che l’Est ha vissuto il primo arrivo di massa degli italiani, restando così inevitabilmente legato a modelli stereotipati di cucina italiana. I californiani in un certo senso sono più foodies. Amano gli sviluppi di quella contemporanea, viaggiano e si documentano». Sono le parole di Stefano Masanti, patron e chef de Il Cantinone a Madesimo, in Valtellina, il quale, nei sei mesi all’anno di chiusura dell’attività, si trasferisce in Napa Valley in veste di cuoco e consulente. «Salvo rare eccezioni, non c’è prodotto che non si possa avere fresco dall’Italia – chiudendo un occhio sui costi, ndr – volendo anche in giornata! Per quel che riguarda l’ortofrutta, numerosi fanatici del biodinamico hanno avviato a nord di San Francisco produzioni di grandissima qualità, coltivando varietà autoctone e persino piccoli ceppi di specie italiane. Diverso il tema salumi, dove non potendo usare il prodotto nostrano abbiamo importato tutti i macchinari per produrli in loco».

Sono sempre più numerosi quindi gli appassionati che apprezzano la cucina italiana nella forma più autentica, cogliendone le diverse sfaccettature regionali, locali e contaminate. È determinante in questo senso la testimonianza di Suzette Gresham – due stelle Michelin nel suo ristorante Acquerello di San Francisco che propone anche piatti d’ispirazione italiana: «Possiamo definire un piatto italiano solo perché fatto con ingredienti dell’Italia? Dal mio punto di vista, italo-americano si riferisce a quei piatti italiani che sono stati adattati al nostro Paese, nel gusto, nel prodotto, nelle finiture, e che nel tempo sono diventati parte della nostra stessa cultura. Il tempo gioca un ruolo chiave!» afferma la chef. Parlare di cibo italiano in America, sarebbe forse un punto di vista più corretto. «Mi piace pensare di essere un’ambasciatrice dignitosa e rappresentativa di quello che la cucina italiana può essere in California. Anche se non sono italiana, il mio gusto e la mia proposta gastronomica devono per forza essere considerate inferiori alle cucine etichettate come tradizionali o regionali?». Ottimo spunto [...]

Estratto di "Italiani in California" di Chiara Buzzi su ItaliaSquisita 52.

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