Imàgo e le suggestioni di Andrea Antonini

Andrea Antonini e Marco Amato, chef e direttore del ristorante dell’Hassler di Roma, omaggiano la buona tavola puntando su gusto e convivialità per superare gli stereotipi legati all’alta cucina.
È possibile rendere realmente divertente, non solo nelle intenzioni ma anche nei fatti, un’esperienza culinaria di altissimo livello? Fortunatamente sì, quando si riesce a dar vita a un armonico connubio che unisce la creatività delle idee e la capacità di accogliere in modo professionale ma, al tempo stesso, trasmettendo ai clienti il piacere di far parte di un progetto gastronomico che riesce a rinnovarsi senza snaturare la propria identità. Imàgo, il ristorante 1 stella Michelin dell’Hassler di Roma, è da tempo un riferimento per raffinatezza dell’ambiente e intensità dei sapori, riuscendo a unire eleganza e divertimento, gusto e convivialità. Merito di cibi e abbinamenti ideati dallo chef Andrea Antonini naturalmente, ma anche di un team di sala magistralmente guidato da Marco Amato, una squadra preparata che riesce a interagire con i clienti con tale naturalezza da fare in modo che la sequenza di piatti venga accompagnata in sottofondo da un piacevole chiacchiericcio, segno distintivo di quanto si possa star bene da Imàgo.



Un luogo quanto mai contemporaneo nella formulazione delle idee e nella loro attuazione, che menu dopo menu conferma il talento di un giovane chef che nel giro di pochi anni ha saputo rendere identitaria la sua cucina:
«Ogni mio menu mette in fila, ordinatamente, le suggestioni, le emozioni, gli insegnamenti e le riflessioni del percorso umano e professionale che sto compiendo da Imàgo» confida Antonini. La nota tecnica che non vuole essere ridondante ma è un tratto preciso verso il gusto, sempre riconoscibile, e l'appagamento del cliente, mai perso di vista: questi gli elementi che caratterizzano una cifra stilistica oramai riconoscibile e che identifica le idee di Antonini ma, come detto in apertura, assieme ai piatti a colpire è l’atmosfera di questo luogo di grande fascino ed eleganza, caratterizzato dalla spettacolare vista su Roma e, in particolare, Piazza di Spagna e Trinità dei Monti. Resta negli occhi la sequenza di gesti mai ripetitivi e sempre naturali del team di sala, una vera e propria danza dalla grande sincronia che valorizza il lavoro fatto dalla brigata di cucina.



Atmosfera di grande piacevolezza che consente d’apprezzare ogni cadenzata sequenza di piatti e calici (le cui sfumature di gusto possono essere esaltate dai pairing curati da Alessio Bricoli), abbinamenti e contrasti, che conferma il talento di Andrea Antonini. Può accadere con piatti più recenti come Barbabietola, panna acida e caviale, dalla lodevole texture e acidità, e con lo Scampo al pepe verde, delizioso per consistenza e persistenza dei sapori, ma può anche creare connessioni tra proposte nuove e altre storiche che stanno contribuendo a scrivere la storia recente del ristorante: la Boscaiola ad esempio, sorprendente utilizzo del fungo, permette ad Antonini di donare continuità a una felice intuizione già apprezzata in passato con il Calamaro alla Milanese. L’Agnello, miele, patate e salsa bernese al rosmarino è un altro piatto che conferma ancora una volta il valore tecnico di ogni piatto, scelta riscontrabile anche nei dessert che sanno sempre sorprendere per gli accostamenti inusuali tra i vari ingredienti, come nel caso degli Agrumi con zafferano e polline, proposta che unisce forza e delicatezza nel gusto.



di Luca Sessa
Ph Alberto Blasetti

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