Ristoranti
Il Villa d’Amelia di Damiano Nigro a Benevello
Damiano Nigro è lo chef del ristorante Villa d’Amelia a Benevello (CN), tra i ristoranti nelle Langhe.
Vagare e gustare i ristoranti nelle Langhe sta diventando uno sport nazionale. Un passatempo divertente e tremendamente gustoso. In compagnia dell’affamata famigliola, arrivo dallo chef Damiano Nigro, al Villa d’Amelia di Benevello (CN). Chef creativo, lungimirante, esperto, diretto e assolutamente elegante in cucina, si trova un rompiscatole come me al tavolo. Ovviamente opto per un menu onnivoro al buio. Iniziamo con Chips di topinambur e crema di latte all’aglio: ha reso un elefante una libellula, da piatto pesante è diventato un peso piuma. Ottimo inizio. Crema di patate e nocciole con capasanta cruda: piatto etereo, una cibarie divertente e gourmet adatto anche ai bambini, soprattutto a quelli che faranno in futuro il duro mestiere del degustatore. Damiano Nigro ha un carattere e un’indole molto sensibile, una femminilità culinaria innata! Per questo sopraggiunge un Civet di gamberi al Barolo con polenta: elegantissimo, quasi aromatico e tendente all’orientale in bocca; la polenta piemontesizza il tutto, e mi fa scendere coi piedi sulle Langhe. Il civet è una classica ricetta di carne della zona; Damiano Nigro l’ha applicata ai gamberi. Genio del territorio. Epoca di tartufo, quindi ecco Uovo, tartufo bianco, formaggio Blu delle Cozie e scaglie di cioccolato bianco: piatto “porco” e raffinato; far l’amore risulta esser poca cosa dopo aver mangiato tale leccornia!
In sala Ivano Vitali ed Elena Boffa dispensano nell’ordine: simpatia, professionalità, umorismo, umiltà, sagacia, alcol d’eccellenza, e servizio impeccabile. Passando ai primi piatti gli occhi strabuzzano: Ravioli di mortadella in brodo di salmone. Servito col servizio da tè giapponese, è un’avventura nel mondo animale, grasso e godurioso, ma anche aulico e glutammatico.La Crema di cardi, carciofi crudi e polvere di capperi è un intermezzo mozartiano. Agnello, gratin di cardi, palline fritte di puro aglio e leggera bagna caoda: piatto del territorio, fatto con nerbo, forza, potenza, entusiasmo guerresco. Per finire alla grande il Piccione arrosto, crema di barbabietola e cime di rapa: la mia compagna allattante è impazzita, definendolo il “miglior piccione masticato negli ultimi vent’anni”. La mia bimba allatata ha ringraziato dopo 24 ore, quando il piccione è stato maternamente filtrato attraverso il latte. I suoi vagiti gourmet mi sorprendono sempre. Ristoranti nelle Langhe? Complimenti al neostellato Damiano Nigro e al Villa d’Amelia a Benevello.