Appuntamenti
Il tartufo bianco alla conquista di Hong Kong
Incontro tra l’alta cucina italiana e i giovani locali amanti della nostra tradizione
Oggi ho conosciuto Winnie e Jocelyn, giovani, carine, appassionate di cibo italiano.
Winnie lavora in banca, si occupa di sistemi, oggi ha preso un giorno di ferie per seguire 2 tra i numerosi eventi che l'Italian Cuisine World Summit ha portato ad Hong Kong.
Io l'ho incontrata al ristorante “Va Bene”, dove lo chef resident Paolo Federici ha cucinato con Marco Sacco (del Piccolo lago di Verbania) un menu speciale a base di tartufo bianco. Ancora una volta il Piemonte in evidenza. L'evento consiste in una lezione, durante la quale lo chef racconta la preparazione per filo e per segno, e guai a sbagliare, qui son precisi e ti colgono in castagna anche per un po' di sale che hai scritto nella ricetta e dimenticato di mettere al momento opportuno. Finita la lezione ci si siede a tavola e viene servito il menu che oggi consisteva in “Scambio di battute di Tonno e Fassona, Risotto alle rape rosse, Tiramisu liquido, tutti conditi con tartufo bianco di San Damiano d'Asti.
Winnie, come tutte le donne presenti, si è fatta fotografare con Marco, quindi, una volta a tavola mi ha tempestato di domande sull'Italia, sul nostro cibo, sui vini, dimostrando, però, un'inattesa preparazione dettata da una passione fuori dal comune.
Jocelyn, invece, è una giornalista del China Daily, timida e rispettosa come sanno essere gli orientali, pensate che, terminata la lezione stava per andarsene, per poi tornare dopo il pranzo per l'intervista programmata. Mi ha detto “non mi sembra appropriato che io mi fermi a mangiare”; ebbene, ho dovuto insistere. A conclusione una lunga intervista, perché voleva sapere tantissime cose, soprattutto sull'uomo Marco Sacco, interessata a capire come un rappresentante di una cucina importante fosse stato in grado di preservare la tradizione proiettandosi in un mondo come quello cinese dopo l'apertura del River Club. Un'oretta che è servita anche a noi che ascoltavamo Jocelyn e Marco quasi fossero in confessionale, perché anche il tono di voce della rispettosa giornalista era coerentemente basso, quasi impercettibile. Una lezione da Winnie e Jocelyn interessante per capire come siamo visti da qui, di come ormai gli stereotipi non siano più considerati dalle nuove generazioni, ma piuttosto vogliano conoscerci a fondo per apprezzarci il più possibile.
Il nostro inviato Aldo Palaoro