Il piatto come cornice: il nuovo design d’autore a tavola

Un viaggio nel design che trasforma il servizio in un’opera d’arte, tra materiali non convenzionali, proporzioni studiate e visioni d’autore.
Il cibo è l’opera, il piatto la cornice studiata per valorizzarla. Il vero design applicato alla tavola d’autore evolve ben oltre il concetto tradizionale di fondo o piano, per creare degli strumenti che esaltino al massimo l’estetica della portata, immaginata come un prodotto d’arte, un unicum da gustare con palato e vista. E se questa idea è portata agli estremi nelle provocazioni dello chef inglese Michael O’Hare, che serve pietanze su tela per comporre tavolozze edibili, un concept simile è sviluppato dallo studio milanese Meneghello Paolelli.

Fondato da Sandro Meneghello e Marco Paolelli e specializzato nell’industrial design per il settore dell’arredo, approccia per la prima volta nel 2023 il tema del disegno del piatto e lo traduce in un supporto dalle proporzioni perfette, come per inquadrare un dipinto. Nasce così Opera, la collezione per Infinito Design, «nella quale ci siamo concentrati nel proporre il piatto come fosse un passepartout, esattamente come accade nei quadri, dove il cartoncino, nel punto stesso in cui delimita la pittura, subisce un taglio a 45°, che porta lo sguardo a concentrarsi su di essa» raccontano i designer. E se il nome di questa linea è già un racconto esplicito dell’intento, quello che la rende davvero unica è lo studio quasi ossessivo delle dimensioni.

«Era importantissimo arrivare a un controllo preciso delle misure e delle proporzioni tra la falda e la fondina, poco profonda, accompagnata dai bordi inclinati e sviluppata per agevolare esperienze di degustazioni gourmet, che prendono quindi l’aspetto di opere museali» spiegano Sandro e Marco, che hanno interpretato l’idea imprenditoriale di Laura Carboni, alla guida di Infinito Design, orientata a progettare e produrre piatti per l’alta ristorazione rigorosamente bianchi e in Krion®, un materiale preso in prestito dal mondo del design e tradizionalmente estraneo al tableware.

«Ho sempre pensato che la migliore valorizzazione delle portate di uno chef parta da un lato dal bianco – trama neutra ideale – dall’altro da un progetto di design in cui da un volume siano operate sottrazioni mirate e precise, funzionali al servizio in quei ristoranti dove c’è una ricerca costante» commenta Laura Carboni, che prosegue «con Meneghello Paolelli, oltre a Opera, abbiamo creato anche le due linee Gemini e Imperfetto, e invece con Franco Driusso le due collezioni Originis e Aura». La conoscenza con Franco Driusso, co-founder con il fratello Roberto dello studio veneziano Driusso Associati | Architects, è su un campo di eccezione: quello dello chef Andrea Berton, a Milano, che l’architetto affianca ormai da anni per la progettazione di soluzioni dedicate al servizio per il ristorante – come il carrello dei dessert, una sorta di ‘astronave’ tecnologica – e per gli accessori della tavola.

La famiglia Originis prende le mosse proprio dal dialogo tra Franco Driusso, Andrea Berton e Laura Carboni: qui il tema non è l’impiattamento delle pietanze ma di alimenti di accompagnamento come pane, sfoglie, grissini e olio, con oggetti che lavorano su una sottrazione della materia, fatta con tagli di diversa profondità e spessore [...]

Estratto di "Impiattare come un designer" di Beatrice Vegetti su ItaliaSquisita 53

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Ph. Thalass
Published on: 27-11-2025