I Talenti di ItaliaSquisita: Solaika Marrocco

Donna d’azione, parole poche e idee chiarissime. La cuoca under trenta, oltre a una memoria formidabile cova e coltiva una passione per i grandi classici della cucina d’Oltralpe, per i brodi, i fondi e le salse.
La rivoluzione dei millennial che nel breve volgere di pochi anni hanno scartavetrato la scorza passatista dalla ristorazione salentina, si consuma nel giro di valzer di qualche metro quadro, nell’epicentro dei luoghi di culto della città barocca.
La via nuova fa tappa anche al civico 7 di via 47esimo Reggimento fanteria a Lecce: il castello di fronte, le strade dello shopping daccosto, è qui che dimora il
Primo Restaurant. A presidiare i fuochi Solaika Marrocco, classe 1995, un pettirosso da combattimento che aveva 20 anni quando ha inforcato il comando del pass. E continua a tenerlo saldamente, come non t’aspetti in chi all’anagrafe è poco più che teenager e invece spadella due servizi al giorno (Covid permettendo) come se il tempo delle bambole per lei non fosse mai stato.
Miss chef ha il sangue caldo di una femmina salentina, la grinta e il talento di una cuciniera di ultima generazione, l’equilibrio di una donna fatta. A 24 anni contava già nel palmares un signature a futura memoria. Il suo celebre
Turcinieddi glassati alla birra, marmellata di cipolla all’arancia, critmi in tempura e infuso di luppolo. La prova provata che ci si può emancipare dai fondamentali della tradizione – i turcinieddi e la religione del quinto quarto sono bocconi di memoria contadina a cui la Puglia continua a tributare devozione - senza metterla in soffitta.
Equilibrismi di gusto perfettamente messi a segno senza poter contare sulla lezione di nessun maestro. È il karma di tutte le grandi cuoche pugliesi: da Maria Cicorella a Teresa Galeone, passando per Antonella Ricci, stelle autodidatte, talenti fai da te. Personalità diversamente ruggenti capaci di cambiare di segno il luogo delle più ataviche costrizioni femminili, la cucina. Di farne un grimaldello di orgoglio di genere e di liberazione. «Un paradosso, me ne rendo conto, visto che la mia libertà ha un confine di pochi metri quadri entro quattro mura», parola di Solaika Marrocco, come dire il cielo in una stanza.

Estratto di Sonia Gioia di Solaika Marrocco del n° 39 di ItaliaSquisita


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