Negli ultimi anni la Bao Publishing ha creato una sorta di caleidoscopio fumettistico, in cui ciascun brillante lettore si potesse specchiare o immedesimare. Tra i fumetti italiani d’autore, negli ultimi due anni ha raccolto il meglio del fumetto planetario, dagli USA al Giappone, dalla Francia all’Italia. E da qualche mese anche la voglia di fumetto gastronomico può essere soddisfatta con valenti, oniriche, gustose e davvero ben disegnate opere editoriali (www.baopublishing). Eccovene alcuni, sta a voi poi ordinarli e diventarne dipendenti:
Il primo è Chew, fumetto avventuroso tra il divertente cannibalico, il poliziesco delirante e la fantascienza culinaria. Al protagonista Tony Chu basta mordere del cibo per saperne vita, morte e miracoli. È cibopatico. In un'America che ha messo fuorilegge il pollo dopo ventitré milioni di morti per l'influenza aviaria, nella quale la Food and Drug Administration è diventata la forza di polizia più importante, uno come Tony è davvero prezioso. Anche se per risolvere i casi deve assaggiare cose che nessuno si sognerebbe mai di portare alla bocca. Disponibili i primi quattro volumi.
Anche Lord of Burger è un fumetto gastronomico, che racconta le gesta dello chef 3 stelle Michelin Alessandro Caprese che muore in circostanze misteriose. Sono dunque i figli Amber e Arthur a prendere in mano il ristorante inventandosi cuochi creativi e all’altezza della situazione. Sono usciti i primi due volumi e uno dei creatori è l’italiano Alessandro Barbucci.
D’impostazione molto francese è invece il fumetto In cucina con Alain Passard. Questi è lo chef pluristellato de l’Arpège di Parigi e il fumettista Christophe Blain l’ha frequentato per ben due anni, per comprendere la sua cucina e raccogliere 14 ricette. A metà tra il romanzo grafico e l’intervista a fumetti. Numero unico, in tutti i sensi.
Ultimo in ordine di pubblicazione è Il Carniere di Polpette: una storia retrò degli anni ’30 che si sviluppa intorno al cuoco Polpette della Locanda del Gallo Verde. Un’avventura divertente e ben disegnata (forse in stile Tin Tin), in un contesto magico ma dandy, grazie al conte Fausto di Samarcanda e la cascata che avvolge la locanda.