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Grani Futuri, al via l’adesione al Manifesto Futurista del Pane

Dalla mietitura al pane ospiti di Antonio Cera per scoprire un pezzo di Puglia e di tradizioni da salvare. L’Evento Nazionale del Pane è nato in Puglia su intuizione di Antonio Cera, il fornaio economista ha deciso di tornare nella sua terra, San Marco in Lamis, in provincia di Foggia, per occuparsi, insieme alla sua famiglia del Forno Sammarco.
Una grande emozione, che si chiama pane. Numeri inattesi per il lungo week end di Grani Futuri, alla sua prima edizione, che ha portato nella Via del Gusto di San Marco in Lamis oltre 15.000 persone. Panettieri da tutta la Puglia sabato, e da tutta l’Italia domenica, abbinati a chef (anche stellati) hanno animato uno street food dai sapori unici. È stato un viaggio nella memoria e nella innovazione, sempre a base di pane fresco o raffermo, in sfoglia croccante o soffice, che ha spaziato dal pancotto al sugo di mare fino al pane abbinato al gelato artigianale a km zero made in Peschici.

Ma non finisce qui, perché nel convento di San Matteo di San Marco in Lamis, è stato sottoscritto il Manifesto Futurista del Pane, ideato da Antonio Cera e dal dott. Giampiero Di Tullio. È il primo seme di quella rivoluzione del pane che Antonio Cera ha voluto piantare insieme ad Alfredo De Lillo agricoltore, Michele Sabatino agricoltore e macellaio, Giuseppe Bramante agricoltore e allevatore, Luigi Nardella chef, Filippo Schiavone agricoltore, Giacinto Lombardi imprenditore agricolo e ingegnere, Raffaele Schiena agricoltore e agronomo. Un mondo variegato, che racchiude la catena alimentare del mangiare sano. Hanno sottoscritto, anche l’on. Colomba Mongiello ed i sindaci di San Marco in Lamis Michele Merla e di San Giovanni Rotondo Costanzo Francavilla, confermando la volontà di proseguire uniti in questo percorso di valorizzazione di Grani Futuri e dell’artigianato autentico.

I punti del Manifesto del Pane

Creare la cultura del pane

L’obiettivo primario è creare una cultura del pane in chiave sia gustativa che nutrizionale. Una scelta al servizio della sinergica relazione tra piacere e salute, da promuovere nel mondo agricolo, della panificazione italiana e dei consumatori.

Come coltivare e trattare i terreni

La cura, il rispetto e la tutela delle caratteristiche vitali dei terreni agricoli, dove tutelare e sviluppare le diverse varietà, rappresentano il primo indispensabile fondamento della panificazione ideale. Per ottenere un pane “pulito”, vivo e vitale le tecniche di coltivazione consigliate partono dal livello minimo corrispondente all’agricoltura biologica, per raggiungere l’optimum con l’agricoltura biodinamica e la permacoltura.

Quali grani usare
Per le sementi e le varietà, la cui molteplice diversità è patrimonio peculiare e valoriale del territorio italiano, il ricorso ai grani italiani autoctoni, meglio se da antica semente e quindi caratterizzati da un minore tenore glutinico, garantisce un impatto meno aggressivo sulla salute dei consumatori con particolare riferimento alla maggiore tolleranza immunitaria orale ai cereali e alla migliore qualità digestiva. L’utilizzo di farine derivate da questi “grani futuri” assicura inoltre un alto valore di palatabilità, sapore e profilo nutrizionale. Favorisce, infine, il recupero delle memorie sapienziali di lavorazione e dei riferimenti culturali territoriali.

Molitura
Si consigliano le tecniche basate sul ricorso alla pietra naturale evitando pietre sintetiche e limitando il ricorso ai cilindri che potrebbero rilasciare composti tossici dannosi per la salute.

Tipologia delle farine
Indispensabile il ricorso a farine con caratteristiche integrali o semintegrali (dalla tipo 1 alla integrale) che garantiscono il mantenimento di valide quantità di germe in grado di assicurare un alto contenuto di fibre insolubili (cellulosa, etc.) e solubili, vitamine del gruppo B ed E, oligoelementi e minerali, acidi grassi polinsaturi omega3 e omega6, etc. Con l’obiettivo di garantire al consumatore sicuri fattori di promozione del benessere e della longevità quali alta densità nutrizionale, efficienza digestiva, corretta evacuazione, tutela della salute del microbiota intestinale. Un contributo alla prevenzione dell’insorgenza di patologie croniche.

Impasto
Nessun utilizzo di miglioratori da parte di chi impasta, e avendo cura di scegliere farine che ne siano prive. Raccomandato l’impasto con ingredienti tradizionali: farina o semola, acqua, lievito e sale, grassi di origine animale oppure olio esclusivamente extravergine. Nessun utilizzo di prodotti per rendere l’impasto lavorabile più facilmente, oppure che diano durabilità al pane e digeribilità. Caratteristiche che si possono ottenere naturalmente, senza aggiunte, semplicemente con una corretta panificazione.

Lievitazione

Fortemente raccomandato l’utilizzo del lievito madre fresco in grado di ridurre parzialmente il contenuto glutinico e di conferire maggior digeribilità al pane. E’ di fondamentale importanza il contesto di lievitazione, ovvero la disponibilità di spazi adeguati e temperature idonee. In alternativa, si segnala la lavorazione senza lieviti aggiunti.

Lavorazione
Raccomandata la lavorazione manuale dell’impasto oppure il ricorso a mezzi meccanici che limitino al minimo la cessione di calore all’impasto. Consigliata la sosta delle forme su tessuti naturali di stoffa grezza o teli di canapa, affinché il pane possa respirare.

Cottura
Raccomandata una cottura con forno a platea, cioè base riscaldata, che sia a legna, a gas o elettrico.

Conservazione

Si suggerisce di utilizzare tessuti naturali di stoffa grezza o teli di canapa.

Conclusioni
Per ottenere un pane buono per la salute e buono da mangiare occorre sommare una serie di condizioni che, una volta utilizzate in continuità, conferiscano al percorso di panificazione il valore di un vero atto “magico”.

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