Le creazioni dello chef due stelle Michelin Giuseppe Mancino hanno un comune denominatore: il mondialismo nella cucina. Dall’Oriente all’Occidente, fra terra, mare, tecnica, origini, vegetali, sentori di sottobosco, alta cucina e trattoria. Le nuove proposte racchiudono l’eclettismo di un cuoco giovane e maturo allo stesso tempo. Concetti che si ritrovano nella nuova carta come per esempio Il Kobe servito con insalata di funghi, olio al carbone, nocciole, pane fritto ed erbe amare. “Un piatto deve essere bello e buono: è importante la ricerca del gusto, la ricetta deve trasmettere sensazioni.– continua lo chef – Una proposta, per definirsi riuscita, al primo assaggio deve subito far venire voglia di mangiare un altro boccone.
I piatti come il Raviolo con pecorino, ricci di mare e schiuma di latte di mandorla o la Triglia di scoglio, piselli, maionese al nero di seppia, salsa al caciucco e panzanella di verdure ne sono un’ evidente dimostrazione.
Molti gli accenti sui vegetali, ingredienti prediletti dello chef, come il Carciofo al barbecue, tartufo nero, pecorino e tuberi croccanti.
La ricerca, gli studi e gli approfondimenti dello chef Mancino tendono a proporre una cucina classica, profonda e incisiva nella percezione dei gusti, esaltata con tecnica ed estetica.