Anteprima di Enrico Croatti di Barbara Marzano in uscita su ItaliaSquisita nº37
Chef
Enrico Croatti lancia la sua Osteria Gastronomica
Enrico Croatti, classe 1982, arriva a Milano per inseguire l’avanguardia e sorpassarla: dopo le stelle prese al Dolomieu a Madonna di Campiglio e all’Oro Bianco ad Alicante, apre Moebius Enrico Croatti a Milano, un’Osteria Gastronomica e un tapasbistrot nel centro della città.
Temperamento romagnolo e una cena calcata da sapori carnali. Con Enrico Croatti si diventa visionari, ci si perde e ritrova dentro un processo creativo che risale all’origine umana attraverso quattro elementi primitivi: crudo, freddo, acqua e fuoco. Si serve di scaglie di roccia per affettare a crudo, esplora l’acqua in tutti i suoi stati e ritorna all’uso primordiale della brace. Tutto questo nel risultato gastronomico di 700 metri di superficie e 12 di altezza, Moebius Enrico Croatti, il ristorante a due passi dalla stazione Centrale di Milano. È lo spazio sperimentale cucito insieme a Lorenzo Querci, compagno di viaggio in questa avventura, che prima di cedere all’idea di Enrico stabilisce due regole: “Si chiamerà Moebius e dovrà ospitare un albero. Grande.” Battezzato quindi con il nome d’arte del fumettista Jean Giraud, creatore di mondi paralleli, e con quello di Enrico, amalgama i due caratteri visionari in un edificio post industriale, tenuto d’occhio dall’ulivo andaluso di settecento anni in fondo alla sala. Dentro Moebius Enrico scompone il vissuto della sua carriera nel tapabistrot che combina l’antipasto spagnolo allo stile francese e nell’atmosfera anni ‘50 dell’american bar, in ricordo dei trascorsi newyorkesi. Ma non basta, Enrico, resta nell’universo di Moebius e dà forma all’immaginario. Si stacca dal piano terra e tocca il vuoto: non è un’allusione, ma fantasia assoluta che si materializza in una piattaforma sospesa nel cuore della sala. Una navicella totalmente insonorizzata che aleggia dentro Moebius, che non ospita ma accoglie: l’Osteria Gastronomica, un processo creativo dettato da tempi di ricerca e maturazione, sperimentati dallo chef. Una sintesi di tre anni di studio a porte chiuse, che ogni giorno continua a cullare nuovi concetti nella stanza del pensiero al primo piano, un acquario da cui pescare idee, armati solo di matita, carta bianca e silenzio. Ma nell’Osteria tutto evolve.