Domenico Candela è arrivato in città in punta di piedi. Perché crede nel territorio, nel futuro dei giovani campani, nella rinascita di Napoli, nello sbocciare di una realtà gastronomico-imprenditoriale più vicina alle esigenze di una platea sempre più sviluppata, sempre più attenta alle mode culinarie, sempre più consapevole di quanto un grande chef possa significare “grandi piatti”. Decodificare Domenico Candela è come leggere un libro di filosofia, quando si crede di averne compreso appieno la cifra gastronomica, spiazza e apre nuove prospettive. Stupisce con un’estetica inaspettata e con una cura maniacale per il dettaglio, anche quello più minuto. La celebrazione a tratti prematura di questo chef insediatosi da un anno al George Restaurant del Grand Hotel Parker's incontra di certo i favori della realtà fattuale. Memore della sua ferma volontà di rilanciare lui stesso il palcoscenico napoletano, con il polso fermo di chi gestisce una brigata di giovani, oramai sempre più attenti al riscontro social che a quello della clientela, Domenico dopo le esperienze francesi, italiane ed estere si trova a essere più lanciato verso una cucina sofisticatamente immediata “del ricordo”. La cucina delle nonne, dei grandi classici partenopei incontra una sensibilità francese e marchesiana molto marcata, frutto delle esperienze maturate alla corte degli chef Mazzone, Guida, Nigro, Bartolini, Soliveres e Alléno. Una open innovation della tradizione partenopea che vive solidamente del suo carattere forte, del suo essere accentratore e soprattutto saldo timoniere della cucina del George’s che ha trovato in brevissimo tempo una sua dimensione veramente interessante e compiuta.
Di Domenico si è detto davvero davvero tanto. Si è parlato molto. Il mio invito è però quello di scoprire l’uomo e la cucina. La cucina di Candela è interessantissima. Tecniche francesi, estetica teatrale del servizio a metà tra Londra, Singapore e i paesi del Nord Europa con matrice grandemente partenopea.
Una cucina che vive dei trascorsi personali dello chef, che è evocativa senza mai essere nostalgica, coinvolgente senza mai essere banale. Uno chef assolutamente senza filtri che con coraggio esprime se stesso come cuoco e come persona da apprezzare sinceramente.
Tratto da "Domenico Candela" di Ugo Marchionne, IS n°35
Domenico Candela
Un curriculum da fuoriclasse vero. La valigia da attore conta cartoline e souvenir al di qua e di là delle Alpi, ma tornato a Napoli per amore della propria città natale, conta di riportare con grande merito la ristorazione d’albergo del capoluogo in auge, guidando con grande tenacia il George Restaurant dell’Hotel Parker's.