Differenziarsi per non ripetersi: l'universo Tokuyoshi

Lo chef Yoji Tokuyoshi racconta i suoi numerosi progetti e la sua visione di cucina.
Tokuyoshi, Alter Ego, Bentoteca, Katsusanderia, Stazione Vucciria, Pan… dove trova questa continua capacità di reinventarsi?
«La varietà dell’offerta di questi progetti nasce dalla mia visione di “fine dining”. Io credo che il fine dining non sia solamente la cucina esclusiva, elaborata e costosa. Anche lo street food è fine dining se fatto bene, con ingredienti di prima qualità e con cura. Tokuyoshi era fine dining come viene di solito inteso. Bentoteca invece è cucina giapponese di tutti i giorni, ma fatta con prodotti italiani di prima qualità, semplice che tutti possono capire e con una prezzo giusto. Katsusanderia è street food, ok. Ma con una qualità elevata, con ingredienti eccellenti, con il nostro shokupan. PAN è una bakery con cucina e wine bar, dove si trova il pane e prodotti da forno di altissima qualità. Dove si possono assaggiare piatti semplici e sani, con tanta verdura di stagione, di alta qualità. Stazione Vucciria sarà una versione estiva della Bentoteca con prodotti siciliani trattati secondo la cucina giapponese. Ecco, per me tutti questi progetti hanno in comune due caratteristiche: qualità e semplicità. Sono tutti fine dining».

Questa differenziazione dell’offerta nasce dall’esigenza di arrivare a un pubblico sempre più ampio e variegato, o da cosa?
«La differenziazione nasce dal desiderio di non ripetermi. Non voglio fare cose uguali, voglio sempre cogliere l’occasione per far conoscere le tante facce della mia cucina. Voglio poter portare una cucina di qualità a più persone, facendo comprendere che il fine dining non è solamente esclusivo e costoso».

Ha da poco aperto Pan, sempre in collaborazione con Alice Yamada, da cosa nasce quest’ultimo progetto?
«Quando ho conosciuto Alice, nel 2022, ho capito che avevamo lo stesso modo di vedere il mondo della ristorazione. Democratizzare la cucina giapponese e eliminare gli stereotipi intorno alla cultura giapponese. Sia io che Alice siamo giapponesi che vivono in Italia da Tanti anni, quindi conosciamo bene ormai le due culture. Abbiamo notato che a Milano mancava questo tipo di offerta: un posto dove poter acquistare il pane, fatto secondo la tradizione giapponese, dove poter stare tranquilli, mangiare qualcosa in compagnia e bene un buon bicchiere di vino. Il menù è semplice, risultato di diverse contaminazioni culturali».

"Forse non tutti sanno che" - in uscita su ItaliaSquisita n°46

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