Cosa mangiano i giovani "zoomer"?

Il primo studio che analizza i comportamenti nel consumo di cibo del gruppo sociale più discusso del momento.
Chi è la Generazione Z? Che rapporto ha con la ristorazione? Quali sono i momenti di consumo più rilevanti? Come progettare esperienze di ristorazione tra fisico e digitale in questo particolare momento storico?
Una ricerca molto interessante chiamata "
FoodZ" condotta dall’agenzia di branding CBA, propone un modo diverso di guardare alla progettazione del futuro nella ristorazione.
Gli zoomer o Generazione Z, ovvero tutti i giovani nati tra il 1996 e il 2010, sono stati oggetto di tante discussioni e dibattiti negli ultimi tempi e si tratta di una fascia di età particolarmente rilevante nell'analisi dei trend di consumo. Questa ricerca si pone come esperimento pilota per immaginare l’evoluzione della ristorazione disegnando soluzioni nuove di customer journey, indagando e delineando scenarios intorno ai quali costruire esperienze di ristorazione a metà tra fisico e digitale. Sono stati intervistati 715 universitari in più di 10 città italiane, e 30 momenti di consumo, dai quali è venuto fuori che:
- i giovani escono perché sono obbligati e perché devono sottostare ai canoni sociali. Quindi non vanno fuori a cena per mangiare, ma il ristorante diventa un "antidoto" perché mangiare da soli fa paura e mette tristezza.
 - Al di sotto di tutto questo vi è la necessità di identità di gruppo (quindi non importa cosa si mangia, ma chi ci va).
- Mangiar sano. A differenza di quel che si possa pensare la GenZ è attenta e ha una spiccata consapevolezza nel considerare il cibo come elemento fondamentale per stare bene con se stessi e con gli altri. Quindi se si sceglie di mangiare fuori (quindi il focus è il cibo) si deve mangiare bene.
- E ancora, altra componente estremamente importante è il digital, cioè la "instagrammabilità" dei piatti e del ristorante anch'essi decisivi.



 Gli
scenarios (perché vanno al ristorante):
- Tinder date (per fare colpo al primo appuntamento);  
- Celebrations (per fare festa con più di 5 persone dove il cibo è aggregante ma non protagonista)
- Co-studying (studiare e mangiare in tranquillità);
- Entertained dinner (luoghi dove si svolgono attività di intrattenimento - tipo karaoke - perché i giovani hanno paura che dopo 15 minuti non si sappia più di cosa parlare, dunque il cibo non è ancora protagonista rimangono terrorizzati dal silenzio).
- Cena con dolcetto e improvvisata al fast food (luoghi di consumo rapido che sostituiscono spesso la cena e sono economici).

Come possono rispondere dunque i ristoratori a tutto questo? Non si può certo generalizzare, ma indubbiamente creare delle esperienze ibride tra il fisico e il digitale dove la GenZ possa identificarsi e sviluppare attaccamento è sicuramente una necessità.

Per tutti gli approfondimenti ecco il sito diretto della ricerca condotta da CBA.

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