Chef
Corrado Fasolato: la musica diventa gourmet
Corrado Fasolato, Direttore ed Executive Chef del Met Restaurant di Venezia, ci racconta un suo nuovo, affascinante progetto: associare musica e cucina per attivare i cinque sensi dell'emozione.
Corrado Fasolato, seconda stella Michelin ricevuta proprio quest’anno, assieme al riconoscimento delle tre forchette del Gambero Rosso, è Direttore ed Executive Chef del Met Restaurant all’interno del Metropole Hotel di Venezia.
Occhi sorridenti sotto una folta chioma di corti capelli neri, Corrado è un uomo alla mano, diretto, che ha voglia di sorprendere e che lavora davvero moltissimo.
Fra gli ultimi progetti usciti dalla sua cucina ve ne è uno davvero particolare ed interessante. Si chiama “SoundChef” ed è un’inedita collaborazione fra cucina e musica. Il programma prevede, infatti, di studiare ed eseguire piatti accompagnandoli da una musica preparata appositamente. Una cena diventa, così, esperienza multisensoriale capace di emozionare e coinvolgere in maniera inaspettata.
L’idea, ci racconta Corrado, nasce da una chiacchierata con due clienti, una coppia, lui architetto e lei psicologa. Essi notavano che a certi piatti “mancava solo la musica”. Mentre alcune pietanze hanno una musicalità, potremmo dire, intrinseca (come il croccante, che sgranocchia sotto i denti, e trasmette suono a tutto il corpo) altri la trasmettono, ma solo nel pensiero. Questo commento toccò il cuore di Corrado che, in effetti, da tempo si interrogava su come coinvolgere i cinque sensi nell’assaporamento di un piatto.
“Se ci pensi, racconta, in certi luoghi alcuni cibi sono più evidenti, la loro sostanza ha più risalto, anche se gli ingredienti sono gli stessi. Il vento, le onde del mare e i suoni giocano un ruolo assolutamente non marginale nel gusto. Quando mangiamo un piatto a base di pesce, degli spaghetti alle vongole, un carpaccio, qualsiasi cosa, in riva al mare, con nelle orecchie il rumore cadenzato delle onde, esso ha un sapore totalmente diverso, più evidenziato, coinvolgente, che se non lo mangiassimo altrove. Mangiando non valutiamo direttamente i rumori, ma essi ci influenzano eccome. Il cinguettio degli uccelli, il vento, qualsiasi rumore può influire sulle nostre sensazioni”
Arrivato al Metropole conosce il DJ dell’hotel, che si rivela appassionato gourmet, e, senza che Corrado gli dica nulla, innamorato ormai dalla sua cucina, gli propone di studiare insieme degli abbinamenti tra musica e cibo. Nasce così la saletta separata del ristorante dove di può esplorare questa nuova frontiera del gusto, e il progetto “SoundChef” che riscuote molto interesse anche fuori dal Met.
“La musica è un elemento fortemente emotivo, capace di evocare sensazioni, ambienti, ricordi. L’idea è quella di associare ad un piatto pensato per l’occasione una musica dedicata, che parta da un elemento e poi si amplifichi, accompagnando il cliente mentre mangia. È un lavoro molto impegnativo, che richiede una preparazione ed una “esecuzione” complesse. Per questo per ora la saletta può ospitare da due ad un massimo di otto persone, in cene private e con prenotazione in largo anticipo, per permettere a me e al DJ di elaborare pietanze, menu ed abbinamenti. Le portate sono 7, massimo 10, ognuna viene pensata per l’occasione”
“Molta gente ha creduto a noi e a quest’idea. Altri si avvicinano al progetto per collaborare: chef, DJ, ma non solo. Ad esempio una ditta di altoparlanti di Vicenza ci ha appena proposto una collaborazione”
Accostare cibo e musica, per completare i cinque sensi e coinvolgere il cliente in una esperienza unica che gli permetta di staccarsi completamente dal mondo per le tre ore in cui è coinvolto in questo viaggio. Un progetto ambizioso, ma sicuramente affascinante.
“A questi livelli le persone viaggiano per emozionarsi, per provare sensazioni nuove, ma anche per rilassarsi e staccarsi dalla routine. In questo modo io offro loro 2 o 3 ore di totale benessere, dove la persona, coinvolta dalla complessità di cose diverse che si espongono ai suoi sensi, riesce davvero ad isolarsi e a concentrarsi solo su se stessa e su quello che prova. Il gusto diventa così compartecipazione di sapore, olfatto, vista ed udito.”
“Era un tarlo che avevo in testa da molto. Ho sempre usato le cuffie, la musica, per isolarmi e concentrarmi, elaborando i miei piatti. E mi chiedevo: come posso permettere la stessa concentrazione sul piatto anche a chi lo gusta?" Ecco la soluzione.