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Con radici nella tradizione, a scuola di potatura della vite
 
							
					Nasce la prima Scuola Italiana di  Potature della Vite
				
				
					Nasce dall’idea di due tecnici friulani, Marco Simonit e Pierpaolo  Sirch, che si definiscono “preparatori d’uva”, la prima Scuola Italiana di  Potature della Vite.
La scuola è il risultato di un lungo lavoro che Simonit  e Sirch hanno iniziato oltre 20 anni fa e che li ha portati a mettere a punto un  nuovo metodo di potatura “soffice” – con radici nella tradizione, che preserva  la vite dal precoce deperimento a cui si è assistito negli ultimi anni-  denominato “Metodo Simonit & Sirch”. Dalle loro sperimentazioni è infatti  emerso che il segreto della longevità della vite dipende in particolare da una  potatura corretta, che non provochi ferite sulle porzioni vitali della pianta.
L’obiettivo è di recuperare l’antico mestiere del potatore che, come un  chirurgo, decide il destino della vite con interventi il più possibile  rispettosi della salute della pianta, che permettono addirittura di raddoppiarne  l'età, il che significa importante risparmio per le aziende, riduzione  considerevole dei costi in vigna con la diminuzione delle ore di potatura (dal  30 al 50%) e piante longeve che danno uve (e quindi vini) di qualità superiore.  Un nuovo mestiere antichissimo, quello del potatore, a torto considerato umile,  che riacquista quindi nuova dignità e apre ai giovani interessanti prospettive  nel settore della green economy.
Affiancati nel loro percorso dal prof.  Attilio Scienza, uno dei luminari della viticoltura di qualità italiana, i due  tecnici e la loro équipe sono oggi consulenti di una quarantina di aziende fra  le più prestigiose a livello nazionale. Fra quelle che hanno abbracciato la loro  filosofia e adottato il loro metodo ci sono Angelo Gaja e Spinetta in Piemonte;  Bellavista in Franciacorta; Ferrari, Cavit, San Leonardo e Pojer&Sandri in  Trentino; Hofstatter e Tenuta Manincor in Alto Adige; il Gruppo Italiano Vini,  San Felice, Podere Forte e Col d’Orcia in Toscana; Feudi di San Gregorio in  Campania; Planeta e Tasca d’Almerita in Sicilia, oltre a importanti aziende in  Friuli.
Il loro lavoro, fra l'altro, ha anche un'interessante valenza  ambientale, dato che preserva il paesaggio agrario italiano, varissimo, ed oggi  a rischio di omologazione a causa delle colture intensive.
www.simonitesirch.it
					
				
				
				  
				    Published on: 07-03-2010
				  
				
				
				  
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
			 
							 
						
					 
						
					 
						
					 
						
					 
				 
					 
				