Claudio Sadler: una carriera sempre in movimento

Una carriera sempre in ascesa quella di Sadler, il quale si potrebbe descrivere come il risultato tra grandi insegnamenti della tradizione culinaria e l’assecondare tendenze facendole proprie, addomesticandole, plasmandole sempre a sua immagine e somiglianza.
«L'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale». Così recita una strofa dell’indimenticabile Lucio Dalla, e così potrebbe essere riassunta la parabola della carriera, tuttora in irresistibile ascesa, di Claudio Sadler. Dall’esordio a Milano nel 1987 con l’Osteria di Porta Cicca alla più recente partnership con il gruppo Baglioni Hotels; Resorts il surfing sulla cresta dell’onda è costante.

A sorreggerlo, in un costante e progressivo processo evolutivo, le basi consolidate negli anni dell’apprendistato e una naturale predisposizione alla leadership, quella che tra incoscienza giovanile e urgenza di mettere a frutto insegnamenti, esempi lo ha portato giovanissimo, terminati gli studi all’Alberghiero, ad aprire un ristorante a Pavia e a prendere in gestione un ristorante in Costa Smeralda.

Un incipit impegnativo che lo porta a decidere di trasferirsi definitivamente a Milano, in Ripa di Porta Ticinese, luogo in cui inaugura la sua Osteria, la sua prima stella Michelin. Nel 1995 l’Osteria cambia sede, in via Troilo e ci rimane per undici anni conquistando la seconda stella Michelin. È l’inizio di una vita frenetica spesa tra la fondazione dell’associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe, la presidenza dell’Associazione Le Soste, consulenze per aziende, la pubblicazione di numerosi libri, ricette e l’insegnamento, in quanto quest’ultimo è sempre stato la sua felice e mai sopita ossessione.

Raddoppia generando Chick’n’Quick Trattoria Moderna, e poi si moltiplica con nuove e progressive aperture. La sua storia longeva e inossidabile parla di una cucina di passione maturata sin dall’adolescenza e di una grande capacità comunicativa. Miscelare con disinvoltura tradizione e modernità per salvaguardare il patrimonio culinario e al tempo stesso accompagnarlo nella transizione verso la contemporaneità.

Sadler è il risultato tra la somma della tradizione di Marchesi da cui ha assorbito, il valore del bello e dell’arte nell’estetica dei piatti, di Cogny ma anche Di Giuseppe Ruga, all’Hilton di Milano, da cui ha assimilato l’autorevolezza. Tra i suoi piatti storici andiamo a ricordare il “Risotto al nero con foglia d’oro, tagliatelle di calamari e contrasto di mango”, il “Salmone in crosta di rafano ai semi di papavero” e la “Costoletta di agnello in crosta di pane e mandorle alla Milanese, insalata di crescione d'acqua, fegato di agnello e tartufo nero al mosto d'uva siciliano”.

Estratto di "Claudio Sadler" di Danilo Giaffreda nel n°44 di ItaliaSquisita


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