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Cibo e religione, gola e compromessi!

Cibo e religione nel mondo: Mormoni, Hare Krishna, Navajo, Apache, Buddismo, Induismo e cucina vegetariana nell’antropologia dell’alimentazione.
Sebbene l’Ebraismo, l’Islam e il Cristianesimo siano le religioni più conosciute, non sono le uniche ad avere delle regole alimentari ben precise. Il caffè ad esempio è tabù per Mormoni e Jainisti, una setta induista, che non assumono nemmeno il formaggio, l’aceto, le carote e le patate. Gli Hare Krishna e gli Indù considerano atto sacrilego il mangiare i funghi. I Navajo e tutte le tribù Apache non si cibano di pesce.

Il Buddismo e l’Induismo poi sono caratterizzati dalla cucina vegetariana: partendo da presupposti puramente etici, l’uomo non deve uccidere esseri viventi per nessun motivo. Non si possono quindi uccidere animali per scopi nutritivi e alimentari.  Moltissimi monaci buddhisti consideravano basilare per la propria missione di predicazione l’aiutare le popolazioni a diventare vegetariane, arrivando al punto di aprire ristoranti vegetariani già parecchi secoli fa, all'interno dei monasteri e dei templi delle città e di inventare tecniche straordinarie per produrre alimenti perfettamente vegetali (seitan, tofu trattato in mille modi e persino congelato e scongelato, salsa di soia, miso, tempeh, yuba, okara ecc.) che avessero esattamente lo stesso sapore, colore e aspetto delle preparazioni non vegetariane più popolari e richieste nella zona come galline, anatre, pesci (completi di pinne, branchie, occhi e bocca), teste di maiale, prosciutto, fegato, bistecche, spezzatino, trippa, salsicce e così via.

Tanto impegno e tanta convinzione nella cucina vegetariana hanno portato questi ingredienti derivati da soia e frumento a diventare il fondamento stesso dell'alimentazione di milioni se non miliardi di orientali, non soltanto in Giappone ma anche in Cina, India e Thailandia. Tante religioni, tante cucine diverse e tanti tabù alimentari. Il mondo è pieno di religioni che vietano o incoraggiano svariati alimenti, e oggigiorno è doveroso rispettarne i valori. D’ora in poi quindi, quando devi invitare qualcuno a cena, non dovrai tener conto solo dei gusti, ma anche delle varie e probabili religioni degli ospiti.
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