Chiara Pavan, riceve il Premio “La Cuoca dell’Anno”

Chiara Pavan, resident chef di Venissa, Mazzorbo (Ve) ha ricevuto da Le Guide de L’Espresso il Premio Veuve Clicquot “La Cuoca dell’Anno”.
Quando ha saputo di esser “La cuoca dell’Anno” per Le Guide de L’Espresso, Chiara Pavan (classe 1985), resident chef di Venissa, il ristorante stellato dell’omonima Tenuta e Wine Resort sull’Isola di Mazzorbo (Venezia), ha pronunciato una sola timida frase “Non me l’aspettavo, sono contenta che sia stato riconosciuto il duro lavoro di questi due anni! Condivido questo traguardo con Francesco, con la mia squadra e con la proprietà che mi ha sempre sostenuta. Questo premio rappresenta la forza del lavoro femminile e sono orgogliosa di averlo ricevuto. Ho sempre lavorato con chef donne e prediligo le cucine in cui ricoprono incarichi importanti. Sogno tuttavia un futuro in cui non ci saranno più queste distinzioni di genere, anche nel lavoro in cucina”.

In effetti Chiara Pavan lavora a Venissa dal 2017, insieme all’executive chef Francesco Brutto (che a sua volta ha un ristorante a Treviso, Undicesimo Vineria) e a Matteo Bisol, il proprietario. In breve tempo si è fatta conoscere per lo spiccato talento guadagnando la stima dei critici nell’eseguire una cucina che fin dall’inizio è sempre stata “di grande identità”.

Chiara Pavan ha iniziato a lavorare in cucina presto, a vent’anni, mentre studiava Filosofia all’Università di Pisa: era il modo per guadagnare qualcosa in modo piacevole (perché la cucina l’ha sempre divertita). Poi è passata ai fornelli di trattorie, osterie, ristoranti e catering, oltre a fare stagioni estive in diverse strutture alberghiere. Terminati gli studi, ha capito che la sua passione era la cucina e si è iscritta ad Alma, dove ha cominciato a conoscere il mondo della ristorazione stellata e gourmet: dapprima sei mesi da Caino a Montemerano in Toscana, poi due anni al Zum Löwen di Tesimo in Alto Adige, fino all’incontro con Francesco Brutto, con il quale ha iniziato a lavorare ancor prima di approdare a Venissa.

Chiara - insieme a Francesco - ha messo a punto una cucina che non ama le etichette, difficilmente classificabile proprio perché non vuole porre limiti alla creatività. Una cucina che senza dubbio è ispirata dal territorio, da quella Laguna che la rende unica e irrepetibile, con i suoi prodotti e le sensazioni. La ricerca sul prodotto è meticolosa (volpine e branzinetti dalla filiera lagunare, uccelli e interiora da un produttore dell’entroterra veneziano, verdura e frutta provenienti dall’orto della tenuta e da agricoltori della laguna) ma la vera caratteristica di questa cucina è la sua capacità di interpretarne il luogo (questo chiede Venissa ai suoi chef), il suo silenzio, la sua pace, il suo assaporare il momento presente, il suo essere “altro” rispetto alla Venezia più affollata. Senza dimenticare infine che Venissa ha sempre creduto nelle donne, dall'apertura con Paola Budel passando per Antonia Klugmann che in laguna ha guadagnato la sua prima stella Michelin.
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