Che storia la pasta secca!

La pasta secca ha accompagnato e rafforzato la nascita dell’identità italiana, accumunando le diverse culture parallele che stavano iniziando a fondersi nel Regno d’Italia: quella borbonica aveva già da secoli tradizione di pasta nella propria cucina, finché Pellegrino Artusi non la include in una decina di ricette finalmente “nazionali”, partendo dai maccheroni alla napoletana o “alla francese” per arrivare agli spaghetti con le acciughe, coi piselli o col sugo di seppie, decretandone ufficialmente la legittimità storica e quotidiana delle tavole regionali.
Che siano stati gli Arabi a portarla in Sicilia intorno all’anno Mille, che sia stato il cuoco e gastronomo Maestro Martino a parlarne per primo con valore letterario nei suoi ormai mitici libri di ricette, oppure che abbia avuto il suo boom grazie al dotto Plàtina che ha tradotto questi manuali in latino e resi così pop nell’Europa del Quattrocento, la pasta secca ha vissuto momenti di produzione, sperimentazione e diffusione particolarmente affascinanti nel corso della storia. Questo cibo filiforme, semplice da realizzare e versatile da usare, ha infatti attraversato il tempo e ha fatto palestra tra trafile, torchi a vite e mani di chef di corte per compiere quella trasformazione da crisalide a farfalla, da primordiale vermicello alle forme più conosciute di oggi, diventando nei secoli da esercizio di stile dei cuochi monsù dei Borboni a vero oggetto di culto commerciale delle prime fabbriche della Penisola. Dopo il Settecento la pasta diventa virale, per usare un termine contemporaneo, la sua prima viralità, quella tutta nostrana e anticipatoria nel lessico e nel concetto all’era del web. In questo secolo infatti giungono notizie della prima vera e propria fabbrica di pasta, fondata a Venezia da un genovese, per realizzare presso la corte dei Dogi “paste fini all’uso di Genova”. E’ però soltanto nel 1837 che compare la prima vera ricetta degli spaghetti al pomodoro intesi come pastasciutta “all’italiana”, grazie alla pubblicazione del cuoco e letterato campano Ippolito Cavalcanti [...]

Anteprima di "Che storia la pasta secca!" di Carlo Spinelli, su IS n°46
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