Bistrot 64, ritorno alle origini

La rinomata insegna romana inaugura un nuovo corso ritrovando la sua identità grazie a Emanuele Cozzo, fondatore del locale nel 2013
Un bistrot con una cucina buona, fatta di prodotti italiani e alla portata di tutti, un progetto che si è rivelato subito vincente ottenendo il riconoscimento della stella Michelin nel breve volgere di pochi anni, ma che ha poi conosciuto un periodo travagliato anche a causa di un cambio di proprietà e di scelte rivelatesi poco vincenti. Bistrot 64, la rinomata insegna romana dedicata alla cucina d’autore, ha da pochi mesi inaugurato un nuovo corso e l’ha fatto grazie al ritorno di Emanuele Cozzo, ideatore, proprietario e gestore del Bistrot 64 dal 2013 al 2020.

A distanza di 10 anni dalla sua primissima apertura, Bistrot 64 vuole tornare a essere un riferimento grazie ad una proposta gastronomica rinnovata nella forma ma che trae ispirazione dalla filosofia che contraddistingue l’anima del progetto, alla cui guida ci sono di nuovo Emanuele Cozzo, coinvolto attivamente nella gestione del ristorante e della sala, e Giacomo Zezza in cucina (ex Sous Chef di Bistrot 64) che, dopo l’uscita dello Chef e socio Noda Kotaro, assume questa volta un ruolo in prima fila come Executive Chef.



I percorsi di degustazione (“Evoluzione” con 5 portate a 70 euro, e “Innovazione” con 8 portate a 95 euro) danno forma a una filosofia culinaria di stampo tradizionale tendente al gourmet, portatrice dei principi di sostenibilità e stagionalità, quest’ultima garantita tramite l’orto di proprietà da cui si ricavano i migliori prodotti di stagione per rendere ancora più speciali i piatti in carta. Il tutto in un ambiente completamente rinnovato, che richiama atmosfere newyorkesi e punta su un servizio di sala professionale ma informale per rendere estremamente piacevole l’esperienza, grazie al team guidato da Nicola Bacalu, maître e sommelier.

«Ho scelto di ripartire con chi ha fatto parte del progetto originario del Bistrot 64, perché conosciamo e condividiamo l’essenza del progetto e l’idea di cucina. Un passo alla volta stiamo ricostruendo un ambiente che ci rappresenti per poter proporre un’esperienza gastronomica semplice ma intrigante» sottolinea Cozzo. Speranze e obiettivi che in tavola trovano pieno riscontro con piatti quali Assoluto di zucca, che riesce a rendere estremamente succulento l’ingrediente principale, oppure Arzilla, alici e kimchi di broccolo, un riuscito gioco con la tradizione. Il Risotto al Castelmagno, tartufo nero e ciauscolo di cuore e la Lingua, carciofi, pomodoro e liquirizia evidenziano una notevole capacità tecnica, mentre il dessert Cioccolato bianco, rosmarino, frutti rossi esalta i contrasti per stupire fino alla fine.



di Luca Sessa
Ph Andrea Di Lorenzo
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