La sera del 4 Marzo, al The Yard Hotel di Milano, si è svolta la quarta edizione del progetto Atelier des Grandes Dames, network ideato dalla Maison Veuve Clicquot per celebrare e sostenere i talenti femminili dell’alta ristorazione.
La forza, l’empatia, la concretezza e la volontà di far emergere e sostenere tutte le potenzialità del talento femminile, sono i principi cardine nel network. Ad oggi ne fanno parte 16 chef legate dallo stesso talento, passione, intraprendenza e femminilità.
Per il terzo anno, la Maison Veuve Clicquot ha rinnovato la prestigiosa partnership con Michelin Italia, supportando il Premio Michelin Chef Donna 2019.
Gli ispettori Michelin quest’anno hanno deciso di premiare Martina Caruso, 1 stella Michelin, chef del ristorante Signum a Salina, in Sicilia, motivando così la scelta: una cucina strutturata, ma allo stesso tempo fresca e delicata con proposte originali che esaltano i sapori e i profumi dei prodotti locali. Martina Caruso riceve il premio Michelin Chef Donna 2019 per la grande volontà e capacità di progredire e di rappresentare la sua isola raggiante, attraverso una grande tecnica e il tocco femminile di una giovane donna appassionata e determinata.
Il desiderio di Veuve Clicquot è che queste donne abbiano alle spalle un sistema in grado di sostenerle ma soprattutto che prendano consapevolezza della fondamentale importanza del loro approccio al mondo dell’alta cucina.
Ecco le "Grandes Dames" dell'Atelier:
Martina Caruso * - Hotel Signum
Caterina Ceraudo *- Dattilo
Maria Cicorella * - Ristorante Pasha
Tina Cosenza - Ristorante Teresa
Iside de Cesare * - La Parolina
Michelina Fischetti *- Oasis-Sapori Antichi
Giuliana Germiniasi * - Ristorante Capriccio
Antonia Klugmann * - L’Argine a Vencò
Katia Maccari * - I Salotti del Patriarca
Solaika Marrocco * - Primo Restaurant
Isa Mazzocchi * - La Palta
Aurora Mazzucchelli *
Fabrizia Meroi * - Ristorante Laite
Anna Tuti - Castello di Trussio dell’Aquila d’Oro
Marianna Vitale * - Sud Ristorante
Mara Zanetti * - Ristorante Osteria da Fiore
Photo credits: Lido Vanucchi