Il modo in cui coltiviamo gli ingredienti che portiamo in tavola tutti i giorni contribuisce sul problema del cambiamento climatico: Il sistema alimentare è responsabile per oltre il 30% alle emissioni di gas serra. Occorre un cambio di paradigma, che miri ad un contributo ambientale ancora più incisivo. Da qui nasce il progetto Knorr di agricoltura rigenerativa che, attraverso la riconnessione con la natura stessa, punta alla riduzione delle emissioni di gas serra, al miglioramento della biodiversità, della salute dei terreni e alla riduzione dell’utilizzo di acqua.
Una delle prime iniziative nasce in Italia, ed è qui che è partito il progetto pilota di agricoltura rigenerativa del riso, portato avanti grazie alla preziosa collaborazione di Parboriz con ricercatori e professori delle Università di Torino, Pavia, Milano e di Innova-tech.
«Da questo progetto ci aspettiamo importanti risultati in termini qualitativi e quantitativi – ha spiegato Aldo Ferrero, professore dell’Università degli studi di Torino e coordinatore scientifico del progetto- ci aspettiamo anche di avere un importante aumento della presenza di uccelli acquatici, insetti impollinatori e anfibi. Riteniamo di poter ottenere i primi significativi risultati e la conferma del raggiungimento dei nostri obiettivi già tra fine di questo anno e l’inizio del prossimo»
L’approccio “rigenerativo” consiste anche nel portare alimenti “buoni” per le persone e per il pianeta in 7 miliardi di piatti implementando 50 progetti di agricoltura rigenerativa. Il progetto di agricoltura rigenerativa in Italia è conforme ai Principi di Agricoltura Rigenerativa di Unilever ed è stato progettato per contribuire a ridurre le emissioni di carbonio, per favorire la biodiversità e per migliorare la qualità dell’acqua.
Per ogni area, sono state adottate specifiche pratiche sviluppate nel rispetto di flora e fauna del territorio, come ad esempio le sommersioni invernali. Inoltre, il miglioramento della fertilità del suolo può essere ottenuto attraverso l’adozione della pratica del sovescio. l’aumento della biodiversità nell’ambiente della risaia sarà raggiunto attraverso una serie di interventi che permettano di incrementare la presenza di insetti impollinatori, di anfibi e di uccelli, in particolare degli uccelli acquatici, il miglioramento della qualità dell’acqua può essere ottenuto grazie ad una significativa riduzione dei residui dei prodotti utilizzati per la difesa del riso.
Restituire alla natura è uno dei messaggi chiave di questo ambizioso progetto che vede proprio nel coinvolgimento attivo degli agricoltori la chiave di volta. Il percorso è solo all’inizio ma la nostra visione è molto chiara: con il giusto sostegno, gli agricoltori possono essere in prima linea negli sforzi globali e locali per proteggere e rigenerare la natura.