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Presentata la guida ai ristoranti de Il Sole 24 ore

Un summit per addetti ai lavori e una tavola rotonda sulle tendenze che i grandi chef italiani abbandoneranno
Si è conclusa nel tardo pomeriggio di ieri, nell’ambito del summit organizzato dal quotidiano “Imprese fuori casa. Progetto futuro”  la presentazione della Guida ai ristoranti de Il Sole 24 ore 2011 nella sala Collina del quotidiano. Prima della suddetta presentazione, un ricco e coinvolgente programma di incontri e ben tre sessioni di caffè letterari che hanno avuto un’ottima affluenza di pubblico e in cui i relatori hanno  discusso delle sfide competitive per bar, alberghi e ristoranti. Nell’incontro: “Saper vendere un prodotto premium con ricette esclusive, coordinato dal giornalista di Bargiornale Stefano Nincevich si sono avvicendati tre mixologist e consulenti con le loro esperienze.  “Il consumatore è stanco del solito e banale cocktail” le parole di  Leonardo Leuci che ha aperto un bar con tutte le caratteristiche di una cantina al tempo del proibizionismo. “Il nostro compito è prendere vecchi drink e renderli attuali, magari usando vecchi shaker o vecchi metodi” ha concluso. Mentre l’estroverso Dom Costa ha messo l’accento sulle sue carte che seguono i tempi e che puntualmente i clienti gli rubano per appenderle come poster a casa. Con Roberto Pinton di Assobio e Federbio  si è discusso dell’importanza del cibo biologico, e di quanto questa domanda abbia ancora una piccola fetta di offerta, e che quindi ha delle buone prospettive di sviluppo; ma anche dell’importanza della tecnologia e dei processi produttivi a vantaggio del  profitto e dell’importanza di conoscere gli aspetti e le applicazioni delle suddette tecnologie. “La cottura sottovuoto ha un futuro nelle case degli italiani” le parole di Ettore Senes managing director di Italia Fusion Chef by Julabo- abbassa i costi perché permette di conservare più a lungo un prodotto cotto a basse temperature, e perché ne esalta i sapori mantenendo lo stesso volume a prodotto crudo.” Durante la presentazione della Guida da parte del suo stesso artefice, il “gastronauta” Paolini, sono stati assegnati, come di consueto i premi ai migliori locali presenti nella stessa. Il numero dei ristoranti presi in considerazione dalla Guida ai ristoranti italiani è salito a 720, e ai già vecchi simboli che si assegnavano ad ogni locale se n’è aggiunto un altro: il simbolo “locanda”, previsto per le strutture dove è possibile anche pernottare. “La ricerca di un buon ristorante” - dice Davide Paolini - “ci  porta a fare molti più chilometri, e nasce così la necessità di fermarsi a dormire, magari nello stesso posto in cui si è mangiato.  Purtroppo, sottolinea preoccupato, bisogna fare i conti con la crisi. Negli ultimi mesi cinque ristoranti della guida hanno chiuso i battenti, ed eravamo già in stampa. Oggi, infatti, sono più i ristoranti che chiudono che quelli che aprono”. Il nostro inviato Domenico Ottaviano
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