Il secondo locale a Palermo, Bebop, è quanto più vicino alla filosofia jazz si possa avere nella gastronomia. Nonostante non sia la musica a fare da padrona, mangiare i piatti dello chef Benedetto Buccheri è come ascoltare una canzone di questo genere, in cui ritmo e improvvisazione sono imprevedibili ma armoniosi: non si sa mai cosa aspettarsi ma ogni ricetta è un’esplosione di sapori siciliani che diverte il palato. Tra un kebab di meusa (milza, in siciliano) e delle lenticchie con burro nocciola e polvere di liquirizia, ogni boccone è unico e memorabile. L’esperienza è acuita dall’accostamento vini del sommelier Carmelo Pasqua che, quando richiesto, non ha paura di osare e sperimentare nuovi abbinamenti. Il tutto è coronato dal personale di sala giovane e da un locale elegante, raffinato e moderno che nello stile ricorda i club americani dei primi anni 40.
PortoCostanza e Bebop: la biodiversità palermitana
Due luoghi a Palermo dove riscoprire l’autenticità degli ingredienti siciliani sotto una nuova veste, creativa e moderna.
PortoCostanza è il ristorante che più si avvicina all’evoluzione della trattoria tradizionale. Un luogo che accoglie con convivialità, con grandi vetrate che illuminano la sala e con una vista che spazia dal porto di Palermo al nuovo molo trapezoidale, dove è situato. È il terzo locale dei fratelli Marco e Costanza Durastanti e il punto di ritrovo per chiunque voglia fare un viaggio nella biodiversità siciliana. Entrando si è subito accolti dal giovane personale di sala che guida nella scelta dei piatti realizzati dallo chef Angelo Gennaro e dalla sua brigata. Ispirate dalle verdure di stagione che provengono dall’orto dei proprietari, le sue ricette portano a una tradizione che di tradizionale non ha nulla, se non per i sapori antichi, rielaborati per offrire gusti nuovi e contemporanei. Per esempio i tubetti con quinto quarto, baccalà e finocchietto sono iconici, un primo che ricorda la pasta con le sarde della nonna, se questa avesse l’esperienza dello chef di una cucina gourmet.