Gli omaggi all’italianità vanno a braccetto con le cucine asiatica e sudamericana - i celebri tortellini in crema di Parmigiano Reggiano insieme a tostada di palamita e sgombro in salsa ponzu - e la cucina come arte trova libera e felice espressione. Il tristellato chef Bottura ha giocato sul sicuro, affidando i fornelli alla mente creativa e brillante di una cuoca che viene dall’altra faccia del pianeta e che il pianeta l’ha visto in lungo e in largo, viaggiando di cucina in cucina e di paese in paese, accogliendo e lasciandosi contaminare con apertura e curiosità dalle tradizioni e dalle eccellenze di mezzo mondo. Giovane, ma con un carico esperienziale davvero notevole, la personalità culinaria di Karime Lopez inizia a formarsi proprio nella patria dell’haute cuisine, in Francia, dove da giovanissima si trasferisce dalla Colombia per studiare lingue ma, attratta dalle forme artistiche della pasticceria, scopre la sua vera vocazione e la segue fino in fondo, lasciandosi letteralmente trasportare e guidare per l’Europa e l’Asia, per poi approdare come chef creativa nelle cucine del Central sotto Virgilio Martínez, per quattro anni durante i quali coltiva quella che può essere definita a tutto tondo “l’Arte della cucina”. Con il Maestro, Karime condivide un’idea fondamentale di cucina come arte plastica, a testimonianza dell’importanza dell’estetica che ha segnato l’inizio stesso della sua carriera. Ma una personalità così aperta e diligente unita a una mente così curiosa era destinata a mettersi di nuovo in viaggio: durante una breve visita di lavoro in Italia, Karime scopre la concezione nostrana della tavola. E’ quasi superfluo sottolineare l’incanto che la rapisce nello scoprire la misura in cui l’esperienza in tavola sia parte della nostra vita quotidiana.
«A lungo la mia cucina è stata improntata sulla raffinatezza e la profondità concettuale: ho pensato che fosse ora di avvicinarmi al cliente, mostrargli come un prodotto eccellente unito a una buona tecnica possa essere un’esperienza divertente e profonda allo stesso tempo. La mia priorità, ora, è quella di godere degli straordinari prodotti che l’Italia ha da offrire sfruttando le tecniche che ho appreso nei miei viaggi. Ho la fortuna di lavorare in una cucina multiculturale, dove tutti hanno la possibilità di aggiungere il proprio tocco a questo concetto.» Una cucina che è famiglia, quella dell’Osteria Gucci, improntata sull'insegnamento del maestro Bottura. Ancora una volta, lo spirito poliedrico di Karime non fatica ad accogliere un nuovo punto di vista e farlo suo, con gratitudine. Del resto, va ricordato che è moglie del sous chef dell’Osteria Francescana, Takahiko Kondo, una storia d’amore nata dietro a fornelli d’eccellenza e che continua a ispirarla e spingerla a lavorare con il massimo impegno e con una passione che nasce da un sentimento umano e vero.
Tratto da Karime Lopez di Sara Locatelli - IS n°32