Ristoranti

Il nuovo corso di Aroma nel segno della contemporaneità

La filosofia gastronomica di Giuseppe Di Iorio ha trovato nel talento di Fabio Sangiovanni la chiave di lettura giusta per rendere sempre più intrigante l’esperienza nel ristorante di Palazzo Manfredi a Roma.
Poter osservare da un punto di vista privilegiato la più esplicita delle testimonianze del suo antico splendore, il Colosseo, è sicuramente una delle esperienze più incredibili che possano esserci a Roma. Poterlo fare inoltre in un luogo nel quale viene celebrata l’alta cucina è chiaramente un sogno per ogni appassionato gourmand. Questo posto esiste ed è Aroma, il ristorante (1 stella Michelin) di Palazzo Manfredi, nel quale dal 2010 a guidare la brigata di cucina c’è Giuseppe Di Iorio, oggi executive chef e brand ambassador dei progetti di ristorazione di tutte le nuove aperture della compagnia, come le recenti Rhinoceros Le Restau e OGR Torino. Da sempre ispirato dalla mediterraneità, il pensiero gastronomico di Di Iorio ha ora trovato una nuova chiave di lettura nella collaborazione con Fabio Sangiovanni, talentuoso resident chef con importanti esperienze tra Napoli, Capri e Roma.

Una conferma della valenza del connubio tra dialogo e confronto in cucina, e di quanto una filosofia culinaria possa esprimere tutto il suo potenziale quando riesce a evolvere e attualizzarsi con il ricorso alle tecniche della cucina contemporanea. Punto fermo del nuovo corso resta il ruolo fondamentale assegnato alle materie prime, la cui ricerca e selezione rappresenta il passaggio cruciale per riuscire a esprimere idee che uniscono estetica e gusto, andando a caratterizzare i quattro differenti menu degustazione disponibili (Corinzio, Ionico, Dorico e Colle Oppio), percorsi che spaziano tra prodotti e tradizione, sapori e modernità, proposte vegane e vegetali con un filo conduttore rappresentato dalla sensibilità, cifra stilistica delle idee di Giuseppe Di Iorio, il cui riscontro nel piatto consente di individuare tre qualità che non mancano mai: acidità, grassi nobili e croccantezza. La sinergia, rivelatasi vincente, tra Di Iorio e Sangiovanni, trova quindi felice espressione nell’assaggio di proposte sempre coerenti e che non trascurano mai l’intensità del gusto.

La rilettura in chiave contemporanea che contraddistingue il nuovo corso gastronomico di Aroma punta su fondi e salse, lunghe cotture e stagionalità per realizzare piatti che esaltano le reciproche esperienze dei due chef e mostrano la visione gastronomica condivisa, sorprendendo con l’Animella di vitello con fonduta di parmigiano, topinambur e caffè, il goloso Raviolo alla Nerano con canocchie e cannolicchi, gli interessanti Mezzi paccheri al burro acido con tartare di capra che piacciono per l’accostamento di sapori e l’equilibrio complessivo, e il Baccalà “Glacier 51” beurre blanc al sesamo, pomodoro secco e pepe lungo. Menzione d’obbligo per la pastry chef Irene Tolomeo che propone dessert mai stucchevoli, eleganti alla vista e al palato, con l’apice rappresentato da un Soufflé al cioccolato di ineccepibile realizzazione tecnica.

In questa notizia

© Copyright 2024. Vertical.it - N.ro Iscrizione ROC 32504 - Privacy policy