LA STORIA
Gennaro Di Pace, figlio e nipote di emigranti e cresciuto tra i ricordi di sauerkraut e kartoffeln, quella memoria ce l’ha impressa – inequivocabile - nei tratti somatici, negli occhi di pece, nello sguardo vispo e svelto e in quello spirito levantino che gli ha permesso di sfidare coraggiosamente paure e incertezze e avventurarsi nel ritorno a casa per costruirsi un ristorante a sua immagine e somiglianza, summa di tutte le esperienze collezionate e di tutta la bellezza assorbita negli anni di gavetta in Svizzera e in Riviera Romagnola prima, e in quelli trascorsi a Bologna tra la ristorazione che conta e maestri del calibro di Marcello Leoni e Gino Fabbri, poi.
L’Osteria di Porta del Vaglio è un gioiello che non ti aspetti, incastonato ad arte tra i vicoli arrotolati di un centro storico senza tempo e con l’arte dentro. Quella di Claudia Zicari, eclettica artista calabrese, le cui opere scandiscono sinesteticamente le sale interne, e quella di Rossana Gallo, compagna di Gennaro nella vita e nel lavoro, competente vestale di sala e perfetta padrona di casa nell’accogliere e accompagnare il cliente senza affettazione e senza piaggeria. Se il passaggio dalla scabra geometria dell’esterno all’eleganza e al calore degli interni è già di per sé fonte di stupore, sorpresa e riflessioni, è a tavola che la piccola rivoluzione gastronomica e culturale di Gennaro a queste impensabili latitudini si fa concretezza e convinzione.