Matteo Metullio, da Trieste all'Alto Adige

Matteo è a La Siriola da sette anni, durante i quali è cresciuto notevolmente, grazie agli insegnamenti trasmessi dalla famiglia Wieser, presente nel mondo dell'alta ristorazione da 25 anni. Con Wilma e Stefan infatti ha instaurato un rapporto empatico, basato sulla volontà comune di diffondere la cultura gastronomica tra i clienti, creando percorsi di degustazione a se stanti rispetto al menu.

Per esempio, a conclusione della seconda portata, per il pre-dessert, gli ospiti vengono condotti nella Chocolate room, dove possono assaporare un'ampia gamma di cioccolati pregiati e marshmallow alla menta, intinti nel cioccolato fondente al 70%, che cola da una fontana posta al centro della sala. L'idea è di presentare in chiave rivisitata un after eight prodotto al momento; fresco dentro e caldo fuori.

«Abbiamo maturato questa scelta dopo una serata trascorsa tra amici, in allegra compagnia di alcune buone bottiglie di vino. Dai dialoghi emersi abbiamo capito insieme che la gente è stufa di rimanere seduta a un tavolo per tanto tempo, perciò abbiamo creato dei momenti emozionali. Il cibo deve regalare benessere per aiutare a staccare la mente dal solito tram tram quotidiano» racconta il giovane Matteo Metullio.

In questo modo è nato anche il Cheese and wine tasting, cioè un percorso organolettico basato sull'assaggio di alcuni formaggi particolari abbinati a rinomati vini autoctoni e internazionali, scelti a seconda delle richieste tra 21.000 bottiglie di oltre 1.850 etichette. Si tratta di 50 tipi di latticini, provenienti per il 70% da Italia e Francia e per il 30% dal resto d'Europa, in particolare Spagna, Inghilterra, Germania e Slovenia.

Molto spesso, inoltre, si fanno percorsi incrociati di degustazione con cioccolata, vino, mostarde e formaggi. Queste situazioni coinvolgenti hanno permesso di instaurare rapporti di fiducia con le persone, facendole piacevolmente inciampare in situazioni extra-ordinarie.

«Forse, spesso, chi è del settore non trova il tempo per soffermarsi a parlare, ma è necessario capire i reali bisogni delle persone. Per questo motivo una volta al mese ci ritroviamo con amici e colleghi locali a chiacchierare del più e del meno. Solo così possiamo offrire qualcosa che va ben oltre la cucina gourmet, possiamo finalmente regalare momenti di sana convivialità».

Matteo Metullio porta avanti una cucina fusion di ultima generazione, appoggiato dalla famiglia Wieser, che ha letto in questo giovane ragazzo l'innata bravura dei grandi maestri della gastronomia nazionale. Si può dire che sono gli scopritori del nuovo astro nascente della ristorazione stellata.

Il ventiseienne Matteo, infatti, sta conducendo con successo l'attività professionale iniziata a soli 22 anni presso La Siriola. Nel 2014, inoltre, è stato proclamato “Miglior Chef Emergente” al concorso Witaly organizzato da Luigi Cremona e Lorenza Vitali.

Si tratta di una stella tra le stelle, che porta avanti una cucina con base classica mediterranea, con tocchi internazionali e mittel-europei, acquisiti fin da bambino nella sua Trieste. È proprio nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, affacciato sul Mar Adriatico, al confine con la Slovenia, che Matteo sperimenta ricette in un clima di tranquillità familiare.

«Roastbeef di cervo, purè di pistacchio di Bronte, miele al limone di Sorrento e riso soffiato al wasabi incorpora in sé la definizione della mia arte gastronomica, che premia le perle culinarie italiane, rendendole ancora più seducenti con le influenze orientali».

Si tratta di composizioni culinarie estemporanee, che nascono dal guizzo istantaneo della mente, di cui lo chef non è in grado di delineare una natura precisa. Sicuramente sono invenzioni al passo con i tempi, basate sui gusti di un ragazzo talentuoso, cresciuto velocemente, di cui si notano ancora i tratti fanciulleschi.

Dietro ai fornelli però Matteo si trasforma in un super cuoco, che sa sempre stupire gli ospiti con mise en place teatrali, come accade per il Maialino in due portate. Prima parte: su purè di patate, nocciole, lavanda e porri. Seconda parte: in nebbia di castagno, mele, crauti e rafano.

Per il futuro: famiglia, cani, un ristorante suo. Ma per la prima volta non ha le idee ben precise, non sa con certezza dove lo aprirà, perché a La Siriola si sente come a casa propria… I buongustai della zona sperano però che Matteo ritorni nel cuore della sua Trieste, per farla risplendere di una luce mai vista prima.


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