L' Excelsior Vittoria di Sorrento con la cucina dello chef partenopeo Luigi Tramontano

Una posizione privilegiata per vedere il golfo di Napoli e il Vesuvio fumante, classica iconografia da cartolina che giustamente incanta per la sua bellezza. Questa è la terrazza dell’Excelsior Vittoria di Sorrento.

L’hotel cinque stelle, nel centro storico della cittadina, è infatti collocato su di un costone roccioso, in un bellissimo parco ad agrumeti e uliveti dove passeggiare fra reperti archeologici, statue e capitelli di epoca romana, i tre edifici destinati all’hotel, la Spa, la piscina (vicino ai resti di una natatio romana).

Un vero paradiso mediterraneo di antica origine, perché gli attuali proprietari, la famiglia Fiorentino, lo fondarono nel 1834, su un suolo che un tempo ospitò la villa dell’imperatore Augusto.

Nel corso degli anni la sua nobile origine venne onorata dalla presenza di ospiti illustri e blasonati, dalla famosa principessa Sissi alla regina d’Inghilterra, la regina Vittoria di Svezia, Wagner, e attrici-mito come Marylin Monroe e Sofia Loren.

Qui soggiornò nel 1921 Enrico Caruso in una suite con una grande terrazza sul porto e nella stessa, nel 1986, Lucio Dalla compose la celebre canzone dedicata al grande tenore. In questo luogo si respira la storia e si gode di un raffinato relax.

Gli ultimi due anni sono stati fondamentali per il Grand Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento: a novembre 2013 la prima stella Michelin con il ristorante Terrazza Bosquet e nel 2014 l’Olimpo dell’Ospitalità del Touring Club.

Due riconoscimenti che fanno di questa residenza una meta gourmet di eccellenza e in continua evoluzione, grazie all’impulso dato dal giovane executive chef Luigi Tramontano, arrivato alla guida della cucina solo pochi mesi prima che gli venisse assegnata la stella.


«Sto provando a fare lo chef» è una dichiarazione di una modestia inusitata, per questo trentatreenne che sta bruciando le tappe. D’altro canto Tramontano è figlio d’arte, in cucina da quando aveva tredici anni a fianco del padre, anche lui chef in grandi alberghi nonché docente all’Istituto Alberghiero di Pozzuoli. Se il padre gli ha svelato i trucchi del mestiere, poi disciplina e il rigore gli sono arrivate con l’esperienza da Nazzareno Menghini a Le Jardin De Russie a Roma.

«Lui mi ha fatto capire che un ristorante gastronomico è innanzitutto sacrificio, che i clienti sono esigenti quindi si deve loro la massima attenzione, che si è “dedicati” alla cucina prima che alla famiglia ».

Lui, addirittura, la famiglia l’ha portata al ristorante: la moglie Nicoletta Gargiulo è il maître e i piatti di Luigi nascono anche dalla collaborazione con lei, che nel 2007 è stata miglior sommelier d’Italia e che attualmente è presidente AIS della Campania.

«Quando insieme allo staff di cucina creiamo nuovi piatti, ci confrontiamo con chi è in sala, a diretto contatto con la clientela. Il parere di Nicoletta è importante perché mi porta un punto di vista diverso da chi sta in cucina, quello del commensale. Se lei non percepisce quello che ho voluto esprimere con un determinato accostamento di sapori o con un contrasto di consistenze, significa che qualcosa non ha funzionato».

© Copyright 2024. Vertical.it - N.ro Iscrizione ROC 32504 - Privacy policy