Enoteca Pinchiorri a Firenze di Annie Féolde

L’Enoteca Pinchiorri, al civico 87 di via Ghibellina all'interno del cinquecentesco palazzo fiorentino Jacometti-Cioffi, trasuda storia e cultura del vino in tutto il mondo beato.
Giorgio Pinchiorri e sua moglie Annie Féolde hanno edificato un transatlantico del gusto partendo da una semplice enoteca con mescita al dettaglio arrivando a possedere nell’era attuale 55 coperti e una cantina che vanta circa 3.500 etichette per oltre 100 mila bottiglie.


Tempo ed eleganza sono le parole chiave, che negli anni hanno accettato anche il terzo e fondamentale elemento di stile: la cucina d’autore. Al fianco di Annie - signora per eccellenza dell’alta cucina mondiale - si sono distinti cuochi come Masahiko Kobe, Carlo Cracco, Stefano Baiocco, Andrea Berton, Loretta Fanella, Anthony Genovese, Luca Landi e Paolo Lopriore, ma dal 1993 i veri chef sono appunto Riccardo Monco e Italo Bassi.


Due persone sorridenti, semplici e bonari nel carattere ma sofisticati e colorati nella ricerca gustativa della cucina italiana: uno di Milano, più esuberante e innovatore come un Napoleone, l’altro romagnolo di Fusignano, più riflessivo e tradizionalista come un Giovan Battista Piranesi; insieme formano una coppia complementare, gourmet a tutti gli effetti e sempre attenti all’avanguardia nonostante il loro ristorante sia l’emblema della tradizione colta.

«Per noi è difficilissimo creare una cucina all’altezza del nostro nome, cercare di incuriosire i clienti con piatti nuovi e innovativi, sperimentare gusti e ingredienti inconsueti perché la maggior parte dei commensali che giunge qua da tutto il mondo viene per la mirabolante collezione di vini di Giorgio Pinchiorri.

Una volta entrati in cantina restano tutti ammaliati dalla selezione centenaria tra le etichette toscane e piemontesi, oppure per la serie introvabile di bottiglie dalla Borgogna, dallo Champagne e dal Bordeaux. La cucina potrebbe apparire come un complemento “necessario” alla nobile bevuta, non il fulcro. Però mi sembra che la nostra cucina sia davvero all'altezza della situazione!».


Parole sincere quelle degli chef, ma assolutamente veritiere. Lo sforzo di allestire un menu degustazione dello stesso calibro del vino è impresa ardua ma stimolante, ancor più faticosa ma di gran lunga più soddisfacente. Riccardo e Italo sono tuttavia due carri armati, poco frenabili quando si tratta di stupire e coccolare i sensi esofagei dei clienti.



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