Ristoranti

Tappa gourmet nella riviera di Levante

Il racconto di un weekend di pace nel Levante ligure, con tappa buongustaia al ristorante Al Solito Posto della caparbia Serenella Medone. Devozione per il mare e sensibilità femminile in ogni piatto.
Un’opinione abbastanza comune della Liguria è quella di essere meta di turismo per anziani o famiglie con bimbi, come quelle Pasque, ancora vive, trascorse con i nonni a raccogliere vetri colorati levigati dal mare tra un ciottolo e l’altro. Invece se vi capita di fare le valigie e partire con passione verso il Levante in un weekend di fine settembre vi può capitare di sentire ancora l’estate sulla pelle e ricredervi, andando contro i pensieri diffusi. A me è successo, mi sono ricreduta e ho conosciuto un lato giovane, ho incontrato persone tenaci e gioviali come la ragazza pittrice che gestisce L’Eremo, un b&b in un paese vicino a Camogli.
La tappa gourmet era già segnata nel mio destino. Mi ero ripromessa che sarei andata Al Solito Posto di Bogliasco, ristorante e american bar che ha un carattere proprio, un’impronta sua e che in fondo fa da cornice secondaria alla cucina. È solo un deittico che rimanda alla vera protagonista: la cucina di ricerca di Serenella Medone, di questa chef donna che si mette alla prova tutti i giorni nonostante le difficoltà e che ha saputo mettersi in gioco facendo anche uno stage dal leggendario Enrico Crippa, «una persona umile e un gran lavoratore!». Caratteristica che li accomuna.
Al Solito Posto ho addentato la caparbietà di Serenella in ogni piatto del suo “giocoso” menu degustazione. Il pesce locale fa da principe e la devozione a esso è totale. Così si parte con un antipasto orgoglioso - post entrée - che omaggia il suo mentore tristellato: cialde di panissa, burrata, pomodorino confit e pesce locale marinato a secco (nello specifico palamita) presentato su un’ardesia dipinta con germogli e pesto, equilibrato e ricco. E poi un altro antipasto più morbido e avvolgente: scampo, capasanta, salsa carbonara e bacon croccante, racchiusi in una campana per preservare l’affumicatura fredda di faggio e svelare la sostanza solo davanti agli occhi dell’ospite. Il susseguirsi di primi non lascia nemmeno il tempo per sentirsi in un altrove: mare mare mare, dal magnifico spaghetto fatto "in casa" con i ricci alle trenette con acciughe e colatura di alici, una variante del tradizionale primo delle Cinque Terre.  Non potevano mancare di certo i gamberi rossi di Santa Margherita “che sono davvero dei confetti”, appena scottati al vapore e accompagnati da una fresca granita di capirinha, un secondo che ammalia per la sua sincerità. Si finisce col tornare bambini, con i frizzi frizzi di cioccolato nella spuma di chinotto fino ai dessert veri e propri. Si materializzano in tavola vasi di fiori ripieni di creme di cioccolato e nocciola, coperte con crumble di cioccolato e tè verde da gustare con lentezza, stando attenti a raccogliere un briciolo di croccantezza  in ogni cucchiaiata. Oppure qualcosa di più onirico come il quadro di cioccolato bianco, meringhe di barbabietole e pennellate di yogurt, l’elemento acido che non può mancare! L’accompagnamento di tutta la cena è gestito dall'ottima guida Alessandro, il marito di Serenella, conoscitore di sinceri vini naturali e graditi “mixologismi” da dopo cena.
Al solito posto non si vive la solita esperienza, perché l’accoglienza è squisita e la cucina di Serenella dà un vento di freschezza a questa terra un po’ arroccata nelle proprie tradizioni e convinzioni.

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