Luoghi e Itinerari

L’olio extra vergine di oliva Dop Monti Iblei

Itinerari enogastronomici: un viaggio nei ricordi siciliani di Sebastiano Salafia, tra l’oliva tonda iblea e l’olio extra vergine di oliva Dop Monti Iblei.

Monti Iblei, porzione di Sicilia compresa tra le pendici sud-orientali dell’Etna e la fascia costiera che converge verso Capo Passero e si affaccia sul Mediterraneo, ma anche denominazione per un olio extra vergine di oliva davvero incredibile. Sebastiano Salafia, amico e produttore di olio extra vergine di oliva, ci racconta i suoi ricordi tra gli ulivi siciliani, rigorosamente dei Monti Iblei.

Durante i fine settimana autunnali ogni famiglia dei Monti Iblei che si rispetti si riunisce nella casa di campagna per la raccolta delle olive. L’autunno, seppur piovoso, qui sui Monti Iblei è ancora mite, per cui la raccolta diventa anche momento per una scampagnata. Ognuno ha un ruolo ben preciso che la tradizione gli ha affidato, mentre gli uomini sulle scale raccolgono le olive varietà tonda iblea con le mani, le donne e i bambini rigorosamente a terra, hanno il compito di prendere “i coccia” (le olive cadute a terra dall’albero) e di eliminare rami e foglie. A metà giornata è d’obbligo una pausa intono al fuoco con salsiccia arrostita e buon viro rosso per rifocillarsi dalle fatiche. La molitura è un momento “sacro” che da secoli si ripete e tutta la famiglia è tenuta a parteciparvi. Il capofamiglia ha il compito di assaggiare per primo con un dito la prima goccia di olio extra vergine di oliva che sgorga per valutarne la qualità. Soltanto allora il resto della famiglia può assaggiare il frutto della giornata di lavoro su una fetta di pane caldo.

Un altro scorcio di memorie dai Monti Iblei per narrare questo territorio e il suo olio extra vergine di oliva lo ritrovo fra i racconti di mio nonno. Alcuni decenni orsono lui, ancora ragazzino, lavorava nel frantoio tradizionale con i muli. In quei tempi il lavoro era molto duro, di giorno si  andava a raccogliere le olive e di notte avveniva la molitura, ci si fermava solo poche ore a dormire sulla paglia. Durante quelle lunghe notti di lavoro al lume delle lampade a olio, il “padrone” ripagava i garzoni delle fatiche con un piatto di “favi a trappitara” (zuppa di fave, cucinata in padella con pane grattugiato, semi di finocchio selvatico e abbondante olio a crudo appena spremuto). Ogni volta che d’autunno assaggio questo piatto che prepara ancora mia nonna, fra i forti sapori ed aromi che si levano dal piatto, rivivo quei momenti narrati da mio nonno.

La varietà tonda Iblea è sicuramente quella più rappresentativa per l’olio extra vergine di oliva Dop Monti Iblei. Si tratta varietà autoctona di questa’area. Insediata nel territorio da millenni, si tratta di una pianta d’elevata vigoria con un portamento assurgente. È inconfondibile l’olio ottenuto da questa varietale, un fruttato che oscilla armonicamente fra il medio e l’intenso, si contraddistingue per la netta sensazione olfattiva di pomodoro verde. Può dare inoltre sensazioni di mandorla e, nei primi stadi di maturazione, sensazioni di foglie di pomodoro. Sporadicamente si possono percepire sensazioni di carciofo o di erba e in qualche caso anche di mela matura. L’amaro e il piccante sono presenti e variano in base all’annata e al momento della raccolta.

Info: www.montiblei.com

Articolo scritto da Sebastiano Salafia, amico e produttore dell’Olio Primo.

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