Alessandra Veronesi: chi è la wine manager del Principe di Savoia

La sommelier Alessandra Veronesi è la wine manager dell'Hotel Principe di Savoia di Milano dal 2011.
Questo portento di simpatia nasce a Verona da una famiglia di ristoratori, da cui assimila la passione per il mondo del vino. Già all'età di 15 anni, con consenso scritto dei genitori, inizia a frequentare i primi corsi da barman e viene conquistata dall'armagnac, dal cognac, ma soprattutto dallo champagne. È grazie alla passione per le bollicine francesi che a 17 anni si iscrive ai corsi ONAV e AIS, superando brillantemente gli esami e iniziando il percorso professionale presso la Bottega del Vino di Verona, dove il patron Severino Barzan la inizia ai vini francesi.

Per migliorare l'inglese, decide di fare alcune esperienze all'estero, ma poi rientra in Italia a Villa del Quar dallo chef Bruno Barbieri, all'Antico Caffè Dante a Verona e al lussuoso Hotel Principe di Savoia a Milano. Gli ospiti di origine russa prediligono vini rossi robusti, alcolici e giovani come l'ultima annata di Solaia e Gaja, mentre i giapponesi amano i bianchi di piccoli produttori DOC semi sconosciuti e sono aperti ai suggerimenti. Dal Nord Europa, tedeschi e norvegesi si presentano in tavola con idee chiare ed essendo molto preparati sul mondo enologico vogliono degustare etichette nuove, su cui si sono informati in rete.

Il web per Alessandra è un canale di comunicazione indispensabile, così ha scelto di scrivere rubriche online, dove fornisce consigli spassionati sui vini da lei testati. Tra i vitigni autoctoni predilige quelli che vanno in profondità, evolvendo in modo positivo, come Nebbiolo, Pinot Nero e Chardonnay. «Una bottiglia di Barolo e Barbaresco degli anni '80 che si conserva fino ad oggi è un miracolo della natura, anche perché all'epoca le tecnologie di produzione erano nettamente di livello inferiore a quelle attuali».

Se il passato riesce a essere presente con vini longevi, per il futuro Alessandra spera che l'Italia sia in grado di preservare adeguatamente il più ampio patrimonio ampelografico al mondo. Tutto dipende dalla bravura di produttori e consorzi di non scendere ai compromessi di mercato, rimanendo in linea con le produzioni di nicchia e di qualità. «Ci sono troppi casi già visti di etichette che vengono vendute a prezzi stracciati per soddisfare le richieste straniere, ma questo non significa espandere il proprio bacino di utenti, ma solo svendersi inutilmente». Stesso discorso vale per le nostre perle gastronomiche, di cui Alessandra è un'appassionata assaggiatrice, tanto che organizza dei tour di degustazioni guidate in giro per l'Italia al fine di trovare nuovi fornitori di eccellenze per la cantina e la cucina dell'albergo. Proprio così ha scoperto la birra Gasoline del micro Birrificio Gambolò, il caviale Calvisius di Franciacorta Calvisano, l'aceto tradizionale di Modena dell'azienda Del Duca e il balsamico de La Tenuta degli Angeli di Bergamo. Ultima chicca: Alessandra è in grado di dispensare consigli anche per la scelta di vodka, whiskey, tè e acqua, per i quali ha acquisito attestati di specializzazione, che la rendono una vera guru multitasking del beverage in Italia e nel mondo.

Tratto da "A.V. guru multitasking del beverage" di Barbara Demartin - Italiasquisita #21in
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