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I vini da meditazione di Mauro Mattei

Il sommelier Mauro Mattei ci consiglia tre vini da meditazione: una Vernaccia di Oristano, un Sagrantino Passito e il Barolo Chinato Cappellano.
Mauro Mattei è un giovane e brillante sommelier, da poco passato al ristorante Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba dopo qualche tempo speso a degustare vini e intrattenere alcolicamente i commensali di una altro grande ristorante italiano, il Gazza Ladra di Modica dello chef Accursio Craparo. I vini da meditazione sono esperienze particolari, non solo bevande vinose, liquorose e zuccherine. Sono veri e propri viaggi gustativi, che ad ogni sorso fanno emergere sensazioni di viaggio davvero particolari. Il sommelier Mauro Mattei ci consiglia allora tre vini da meditazione da urlo, da Sud a Nord, ma sempre all’insegna dell’eccellenza: una Vernaccia di Oristano, un Sagrantino Passito e il Barolo Chinato Cappellano.

Vernaccia di Oristano “Riserva 1988” Contini (Cabras – OR) Da una varietà antica, coltivata nella bassa Valle del Tirso, un vino dal tratto unico. Nel bicchiere è ambrato. L’olfazione regala note eteree. Il mare, non lontano, marca in maniera risoluta il naso e l’assaggio, rendendolo sapido. Ai ricordi iodati s’intrecciano sensazioni di miele di carrubo, mandorla amara e sfumature ossidative. In bocca è asciutto, virile, dritto. E’ un’esperienza da non perdere in abbinamento a formaggi erborinati e a pecorini di lunga stagionatura. Attingendo alla tradizione - e contravvenendo ai canoni dell’accostamento - è da provare sui dolci secchi. Ottimo come vino da “conversazione”.

Sagrantino di Montefalco Passito  2005 Antonelli (Montefalco – PG) Antonelli è un produttore d’impostazione tradizionale come classica è questa versione dolce, antesignana delle più recenti e famose realizzazioni caratterizzate dall’assenza di residui zuccherini. Per produrre questo vino si scelgono i grappoli di Sagrantino più sani e spargoli che - dopo la raccolta – vengono lasciati appassire sui graticci per tre mesi in locali ventilati. L’affinamento dura almeno un anno in grandi botti di rovere. Il colore è rubino scuro con riflessi granato e i profumi giocano su sensazioni di mora e visciola in confettura. La bocca è polputa, tannica e avvolgente, ammorbidita dalla percezione degli zuccheri. Da manuale è l’accostamento con le crostate di frutta rossa e i dolci della tradizione.

Barolo Chinato Cappellano (Serralunga d’Alba – CN) In questo non-vino (dove le sensazioni del Nebbiolo sono amplificate da spezie ed essenze varie) c’è la storia di una famiglia, arrivata alla quinta generazione. Una ricetta segreta ed un mortaio di ghisa sono alla base del mistero. Profumi incredibili - ampi e officinali - sono la chiave per risolvere l’arcano. E’ perfetto alla conclusione di un pasto. E’ un colpo sicuro da giocare come soluzione italica all’annoso problema dell’abbinamento con il cioccolato. Può essere un emozionante “vino da divano”, ideale da sorseggiare concedendosi il lusso di viaggiare da fermi. Il suo andamento saltellante, punteggiato da sensazioni dolci e amare, vi rapirà. Insomma, per farla breve: una panacea, un corroborante, un monumento.
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